Salone pieno alla Camera di Commercio di Siracusa per la prima iniziativa pubblica del Movimento Articolo Uno Democratici e Progressisti in provincia di Siracusa. Per l’occasione è presente il coordinatore Nazionale del Movimento Roberto Speranza. Partecipa tutto lo stato maggiore del Movimento a Siracusa: Pippo Zappulla, Simona Princiotta, Giancarlo Triberio, Luigi Toppi. L’appuntamento si è aperto con l’intervento di Anna Martano che ha esordito con un “bentornati a casa, la sinistra”. Tra il pubblico è presente una parte dell’ex Partito Democratico, Area riformista. Tra questi anche il professore Roberto Fai, che dopo aver lasciato il Pd aveva aderito a Sinistra Italiana, ma abbandonata presto anche questa stamattina all’incontro con Mdp si è dichiarato “osservatore e non componente di Articolo1”.
“La presenza di Speranza – ha detto il deputato Zappulla – è finalizzata a far conoscere di più e meglio il Movimento alla cui base c’è il concetto di uguaglianza in un Paese troppo poco equilibrato”. E tocca sempre a Zappulla snocciolare le basi del manifesto Mdp, tra queste: giustizia, welfare, legalità, lavoro e tutele e tanto altro.
“Siamo nati da poco, ma non ci sentiamo deboli – spiega Roberto Speranza a Siracusa Post – anzi, ci sentiamo forti di un patrimonio che stiamo costruendo piano piano. Ci sono tantissime persone che proprio in questi giorni si stanno avvicinando al Movimento e io credo che possiamo davvero essere l’alternativa al Pd”.
Si tratta di nuovo Ulivo 2.0? “L’obiettivo è proprio questo – risponde Speranza – scoprire i valori di fondo del centrosinistra. Purtroppo il Pd ha tradito questi valori. Ad esempio noi ci stiamo battendo tanto per il Mezzogiorno, dimenticato dal Governo Renzi. Noi come movimento abbiamo chiesto di rispettare la ‘clausola Ciampi’, e cioè investimenti pubblici destinati al Sud per il 45%”.
Quali sono gli errori commessi dall’Ulivo e che non verranno ripercorsi da Articolo 1? “L’Ulivo ha una storia diversa, ed era figlio di una politica molto frammentata. Noi invece nasciamo da una costola del partito democratico che non si è arresa a dover lasciare tutto in mano a una sola persona. Su questo noi vogliamo lavorare, allargare il campo”.
Parola d’ordine: inclusione.